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N. 1/2 gennaio/febbraio 2005

A cura del Professor Italo Richichi, Dirigente di II livello, Divisione di Cardiologia riabilitativa del Policlinico S. Matteo di Pavia. Sezione staccata presidio di Belgioioso
(tel. 0382.501413, fax 0382.501452)

Ho 50 anni e sono in menopausa; mi manca spesso il respiro, mi preoccupo per il mio cuore, faccio bene?
È conoscenza comune ritenere il cuore responsabile della mancanza di respiro o difficoltà respiratoria. La dispnea, così si chiama la difficoltà respiratoria, compare quando c’è una grave malattia di cuore; è raro perciò che sia il primo disturbo; infatti in questo caso la malattia dà prima qualche segno della sua presenza; una malattia valvolare arriva nella fase di scompenso cardiaco dopo molti anni e quindi c’è sempre la possibilità di fare prima la diagnosi (radiografia del torace, elettrocardiogramma, ecocardiogramma, ecc.); nel caso di una cardiopatia ischemica, il dolore toracico rappresenta la sintomatologia d’elezione e il paziente l’avverte spesso; anche una malattia polmonare (bronchite acuta, broncopolmonite) provoca dispnea ma si accompagna a febbre, stanchezza, sudorazione. Spesso, però, e si tratta di una situazione molto meno preoccupante, l’emozione, la sindrome ansiosa, la scarica adrenalinica o la carenza ormonale possono causare difficoltà respiratoria; quindi la menopausa provoca dispnea, magari accompagnata a cardiopalmo, ad arrossamento al volto, senso di caldo. Risulta perciò piuttosto semplice escludere una compromissione cardiaca; basta una buona anamnesi.

Ho 40 anni e voglio iniziare un’attività sportiva; cosa devo fare?
Lo sport mantiene il corpo sempre giovane e agile; l’apparato muscolo scheletrico deve essere mantenuto in allenamento continuamente; da giovane il corpo è sempre in movimento e a volte in iperattività; col passare degli anni il lavoro e la vita quotidiana assorbono tutto il tempo; il lavoro, nella vita contemporanea, è sempre sedentario; anche l’uso del computer e la televisione obbligano alla vita inattiva. Inizia così una condizione antifisiologica; bisogna allora svolgere attività fisica regolare: allenamento in palestra e la pratica di movimenti coordinati e correlati a tutte le masse muscolari. Quando, dopo decenni di sedentarietà si sente il bisogno di avviare attività sportive, bisogna effettuare indagini preliminari per valutare le condizioni degli organi più importanti; appare chiaro che l’apparato cardiopolmonare deve essere ben esaminato per escludere malattie in formazione che possono causare limitazioni a volte importanti; basta una visita cardiologica, un ecg a riposo e dopo lo sforzo, gli esami ematochimici per dare una risposta rapida e sufficiente per fare un check rispondente al quesito del lettore, vale però la pena vedere la funzionalità anche del fegato, del rene e del polmone; in questo caso sono necessari indagini generiche per avere risposte veloci; gli esami del sangue segnalano eventuali anomalie che debbono essere ulteriormente approfondite. Qualora l’indagine risulti negativa può essere iniziato un allenamento per la fase di avvio allo sport come richiesto dal quesito del lettore.

Ogni sera, quando appoggio la testa sul cuscino, sento battere il cuore, che cos’è?
Si tratta del sintomo arteriopalmo; l’arteria temporale che passa vicino al padiglione auricolare, pulsa come tutte le altre arterie; la pulsazione dipende dal battito cardiaco che espelle in ogni contrazione circa 100 ml di sangue nell’aorta; tutte le arterie sono ricoperte da una rete molto fitta di fibre nervose; una sindrome ansiosa, oppure valori di pressione sistolica (massima) elevata possono sviluppare espansioni più evidenti del tratto arterioso durante il passaggio dell’onda sfigmica causata dalla pulsazione cardiaca. Durante il giorno si diventa sempre distratti da fatti quotidiani, soprattutto se dipendenti
da fattori eretistici (ansia, tensione nervosa), tuttavia, quando la sera scompaiono le distrazioni esterne, l’attenzione ritorna sui propri problemi e su quelli del proprio corpo; quindi più facilmente si avvertono anche questi sintomi “strani” e spesso allarmanti come l’arteriopalmo.

Soffro di calcolosi alla colecisti, devo indagare anche il cuore?
La domanda è troppo generica e rende difficile una risposta compiuta; bisognerebbe tenere in considerazione molti aspetti, dei quali mi mancano elementi. Esiste un riflesso diretto (riflesso colecisto-cardiaco) che collega funzionalmente la cistifellea al cuore; infatti, una colica biliare produce dolore simile a quello che produce il cuore durante un attacco anginoso. Se i calcoli presenti nella colecisti superano il diametro di un centimetro non si hanno mai coliche; queste, infatti, dipendono dal tentativo o addirittura dalla penetrazione del calcolo all’interno del lume coledoco il cui diametro è appunto inferiore a 1 cm; se invece i calcoli sono molto piccoli è possibile che attraversino il condotto biliare e finiscano così nel duodeno senza produrre spasmi e quindi coliche. È da tempo documentato che le malattie di cuore siano aggravate dalla presenza di colelitiasi. Diventa perciò utile sentire il parere di un chirurgo per stabilire un’eventuale terapia per far sciogliere i calcoli o addirittura asportarli chirurgicamente.