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N. 11/12 novembre/dicembre 2006

A cura del Professor Italo Richichi, Dirigente di II livello, Divisione di Cardiologia riabilitativa del Policlinico S. Matteo di Pavia. Sezione staccata presidio di Belgioioso
(tel. 0382.501413, fax 0382.501452)

In genere d’estate, il pomeriggio, faccio “la pennichella” di 30 minuti o un’ora: indipendentemente dalla durata del riposo, il mio problema è che, quando sono a letto, se mi giro sul lato sinistro non riesco a prendere sonno, perché sento i battiti del cuore che mi rimbombano sia in petto che nell’orecchio sinistro; soffro di questo disturbo soltanto il pomeriggio, mentre la sera dormo tranquillamente.
Il lettore pone la domanda sul sintomo sofferto ma non aggiunge elementi di supporto per valutare il caso; in buona sostanza posso dare solo una risposta in generale senza scendere nel caso specifico. Si tratta di cardiopalmo, cioè una contrazione più energica del cuore che può dipendere frequentemente da sindrome neurodiastonica; uno stato d’ansia, di solito, fa “scuotere” il cuore di più; tramite l’aorta questo segno si trasmette anche alle arterie carotidi che ripetono la pulsazione sul cuscino. È ovvio che questa sensazione si avverte di più a sinistra dove è collocato il cuore. Comunque non si tratta di una disfunzione importante, ma di disturbi funzionali di lieve entità. Per far sparire questi sintomi sono sufficienti blandi sedativi (valeriana o benzodiazepine).

Mi hanno rifiutato un’assicurazione sulla vita collegata a un contratto di mutuo per le seguenti patologie: soffio cardiaco 2/6 al centro; dall’ecocardiografia risulta: ventricolo sinistro di normali dimensioni; spessori parietali ai limiti superiori della norma; normale cinesi F.E: 65%; pattern di riempimento ventricolare come da alterato rilasciamento; dilatazione del bulbo aortico 39 mm e dall’aorta ascendente 39 mm. Sono davvero patologie che influiscono in modo determinate sulle aspettative di vita?
Il soffio cardiaco può dipendere da malattie del cuore e può essere anche inorganico, cioè “innocente”. Soprattutto nei primi anni dell’infanzia il soffio inorganico può trovarsi in circa il 7 per cento dei bambini e non ha alcun significato patologico. Anche il referto dell’ecocardiografia è alquanto rassicurante, perché risulta normale. Quindi non riesco a capire le motivazioni dell’Assicurazione. La questione potrebbe essere certamente rivista!
A mia zia è stata diagnosticata “extrasistolia ventricolare con cadenza trigemina e con discreto grado di precocità”. Desidererei una sua delucidazione sull’argomento.
Il cuore batte con una regolarità impressionante; il suo segnalassi si trova nell’atrio destro e produce la corrente elettrica che fa pulsare il cuore a una frequenza variabile a seconda degli eventi e della necessità; si tratta comunque di una cadenza ritmica. Quando il ritmo viene alterato la causa è da ricercare nella funzione elettrica endogena; diverse aritmie possono essere prodotte dal cuore malato, ma a volte anche un cuore sano può presentare disturbi del ritmo; un’aritmia frequente è quella extrasistolica, dove battiti precoci si aggiungono ai battiti regolari. La qualità e la frequenza di questi extrastimoli condizionano la funzione cardiaca e le sensazioni del soggetto: si può partire da poche extrasistoli in una forma aritmica semplice per arrivare ad aritmie complesse e minacciose.
Un elettrocardiogramma standard o meglio un ECG dinamico possono essere sufficienti per chiarire il problema e per dare i suggerimenti terapeutici più opportuni.
A mio padre, che ha un’età di 64 anni, è stato diagnosticato “ritmo sinusale con fe 60 bpm. Pr=0,16 sec. Blocco di branca sx completo”. Gli è stato consigliato un ecocardiogramma con color doppler.
Il cuore ha un tessuto particolare che conduce corrente elettrica, prodotta da un piccolo organo speciale; il tessuto di conduzione nei due ventricoli si organizza in branca destra e branca sinistra. Quando si avviano processi degeneratori con genesi diversa, il passaggio dello stimolo elettrico viene rallentato o addirittura interrotto. Nel caso in questione è interrotta la branca sinistra; opportunamente viene consigliato un ecocardiogramma per valutare la causa; se non ci sono altri disturbi o sintomi, l’alterazione non assume grande rilievo; allora può essere sufficiente eseguire controlli seriati ogni 1 – 2 anni.