Le mode del fitness vanno e vengono, ma salute e forma fisica sono sempre in… voga! Il canottaggio è uno sport eccezionale per praticità, muscolatura utilizzata e adatto alla prevenzione. Scopriamo perché
Mentre scrivo questo articolo guardo fuori dalla finestra e vedo una fresca giornata di sole. Quale periodo migliore per “armare” una barca e percorrere uno specchio d’acqua?
Il canottaggio è un’attività di origini antichissime, che si diffonde come sport nelle università d’élite inglesi, adottato per spronare al movimento i giovani provenienti da buone famiglie, abituati a tener di conto, comporre sonetti ma non a “lavorare” con i muscoli.
Non è un caso se oggi vi parlo degli ottimi effetti che il canottaggio ha per la prevenzione cardiovascolare a qualsiasi età e indifferentemente dal sesso.
Innanzitutto sfatiamo un mito: si può vogare in qualsiasi condizione climatica. Grazie ai moderni simulatori di voga, possiamo permetterci “un’uscita” anche al riparo di una palestra.
Remare coinvolge energicamente i principali gruppi della muscolatura umana, ed è un’attività aerobica che permette di essere praticata anche da persone con difficoltà respiratorie come l’asma.
Perfetto per bruciare calorie: insieme a ciclismo e canoa, il canottaggio si pratica seduti, pertanto è adatto a coloro che si approcciano all’attività fisica dovendo perdere qualche chilo di troppo senza gravare sulle articolazioni.
Il canottaggio, rispetto alle altre due discipline, tonificherà allo stesso tempo tronco, braccia e arti inferiori.
A proposito di prevenzione cardiovascolare, secondo uno studio condotto dal dipartimento di fisiologia di Praga, il canottaggio promuoverebbe il volume sistolico e la gittata cardiaca molto più della bici.
La vogata andrà inizialmente ben curata insieme a un istruttore, altrimenti si potrebbe ridurne l’efficienza e incorrere in dolori alla schiena.
Dividiamola in 4 passaggi:
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attacco: posizione di massima energia potenziale. L’atleta, posizionato verso la poppa, impugna i remi con le braccia lontane dal corpo e gli arti inferiori piegati, con le cosce raccolte al tronco;
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passata: la fase in cui si esprime l’energia accumulata. Con i remi perpendicolari immersi in acqua, si spingono le gambe contro il puntapiedi, e in un secondo momento si raccolgono le braccia con una trazione. Tutto ciò fa scorrere il “carrello”, su cui poggia il seggiolino con ruote, creando la propulsione;
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finale: tutta l’energia si è espressa; il canottiere è vicino alla prua, la schiena è leggermente inclinata all’indietro, le braccia raccolte e le gambe distese, i remi vengono portati in superficie, paralleli all’acqua;
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recupero: fase in cui si riporta il carrello da prua a poppa, accumulando energia potenziale.
Potrei annoiarvi con altri tecnicismi sportivi – colpi per minuto, forma e lunghezza dei remi.. – tuttavia, preferisco augurarvi di assistere a un tramonto autunnale seduti sul filo dell’acqua. Un toccasana per cuore e mente.
Ricordate: le mode del fitness vanno e vengono, ma salute e forma fisica sono sempre in voga!
Scritto con la collaborazione di Filippo Galantini