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L’impennata dei contagi in Italia non sta risparmiando nessuno, neppure i campioni dello sport ai quali le società avrebbero costruito una bolla di protezione intorno. Notizia di metà ottobre, nella rete dei positivi è finito l’ennesimo calciatore famoso, niente meno che il pezzo da novanta Ronaldo. Lo si è appreso dopo che l’attaccante della Juve ha fatto ritorno in Italia dal Portogallo, dove si era recato per un raduno della nazionale. Da chiarire come mai, insieme ad altri colleghi stranieri, fosse partito da Torino. In questo modo, secondo il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, non ha rispettato l’obbligo di isolamento fiduciario, scattato dopo che due membri dello staff bianconero sono risultati positivi al covid.

A nemmeno 24 ore di distanza, il covid ha colpito anche Valentino Rossi e Federica Pellegrini. Entrambi l’hanno comunicato via social. Valentino mostrandosi arrabbiato perché non se l’aspettava. Nessuno è stato più attento di lui a non infettarsi, ha dichiarato. Federica piangendo per il rammarico di dovere rinunciare ancora a gareggiare, ora che è a fine carriera. Fra le lacrime ha raccontato di essersi accorta che c’era qualcosa che non andava quando, il giorno prima, ha avvertito insoliti dolori muscolari a fine allenamento. Valentino e Ronaldo invece non hanno parlato di sintomi. Ronaldo, addirittura, s’è mostrato su Istagram in costume a bordo piscina, quasi a sottolineare che il covid con lui ha sbagliato cliente.

Ma come sono i protocolli di sicurezza per gli sportivi che riprendono a gareggiare non appena ritornano negativi?
Menzioniamo i campioni in quanto punta dell’enorme iceberg delle centinaia di migliaia di sportivi agonistici e di appassionati che fanno attività ogni giorno o quasi, nella malaugurata ipotesi di positività al virus anche per loro.
Quando arriva il momento di riprendere l’attività senza conseguenze per il cuore? Lo abbiamo chiesto al professor Daniele Andreini del Centro Cardiologico Monzino di Milano.

La voglia di approfondire l’argomento c’è venuta leggendo quanto Andreini ha affidato a un comunicato stampa che appare sul sito dell’ospedale di cui è Responsabile per lo sport. Là dove ammonisce che «per il professionista dello sport, o per chi lo pratica a livello amatoriale ma intenso, essere negativo al virus non basta per iniziare con serenità. Bisogna controllare il cuore».

Al Monzino è attivo un percorso di cura messo a punto sulle indicazioni specifiche dei medici della FIGC, su documenti di consenso americani ed europei e su quanto i ricercatori interni hanno evidenziato come connessione fra covid e cuore. Stante il rischio di un’infiammazione cardiaca per effetto del covid, il controllo che propongono si basa su una visita cardiologica, un Ecocardio, la Tac toracica, la spirometria ed il monitoraggio delle aritmie nelle 24 ore. «In aggiunta – precisa Andreini – nel caso questi accertamenti mostrino segni di possibile pregresso coinvolgimento cardiaco da covid, l’esame più accurato per evidenziare miocarditi e pericarditi resta la risonanza magnetica del cuore». Questo perché miocarditi e pericarditi possono sfociare in aritmie in un caso su quattro. «Lo sviluppo di aritmie, in particolare di quelle ventricolari, rappresentano un problema da non trascurare. Un problema che, nei casi più seri, fortunatamente rari, può condurre all’arresto cardiaco», mette in guardia Andreini.

Per le funzionalità respiratorie, invece, data la stretta connessione dei due apparati cuore-polmone, qual è l’approccio che viene seguito? «Si eseguono Tac del torace e prove di funzione respiratoria. Lo scopo è quello di valutare l’impatto sul polmone sia da un punto di vista anatomico che funzionale».

Se alla fine di questi controlli tutto ritorna a funzionare come prima, significa che il cuore dell’atleta può riprendere a fare sforzi in vista degli obiettivi sportivi ancora perseguibili per la stagione agonistica. Così il calciatore potrà tornare a calcare il terreno degli stadi, il ciclista i circuiti e i percorsi delle competizioni nazionali e internazionali e via discorrendo. E le migliaia di atleti della domenica guariti dal covid? Potranno tornare a sorridere per il piacere di riprendere a fare sport in sicurezza.

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