Lavorare per molte ore prevalentemente seduti può mettere a rischio la salute del cuore. Per mitigare il rischio è fondamentale dedicarsi all’attività sportiva non appena si ha un po’ di tempo libero. A sostenerlo uno studio scientifico condotto presso la Taipei Medical University di Taipei City di Taiwan e pubblicato sulla rivista «JAMA Network Open». Nel lavoro di ricerca sono stati analizzati i dati relativi a 481˙688 persone, nessuna affetta da patologie cardiovascolari al momento dell’arruolamento, per il 53% donne, con un’età media di 39 anni. Queste persone si sono impegnate a fornire informazioni precise, mediante la compilazione di opportuni questionari, relativamente alle ore trascorse al lavoro da seduti, sull’attività fisica svolta nel tempo libero (che includeva corsa e jogging), al proprio stile di vita e sulla comparsa di eventuali problemi di salute nel periodo di studio che si è esteso dal 1996 al 2017. In questo lasso di tempo le persone incluse nello studio sono state sottoposte a un programma di checkup sanitario basato sull’appartenenza a Taiwan.
Durante il follow up si sono registrati 26˙257 decessi, di questi 5˙371 correlati a patologie cardiovascolari. Tali eventi, nel 60% dei casi sono stati riscontrati nel gruppo delle persone che hanno dichiarato di trascorrere la maggior parte della loro giornata seduti. Un terzo dei partecipanti allo studio nella compilazione dei questionari ha dichiarato di alternare il tempo tra lo stare seduti e non seduti al lavoro, il 60% ha riferito di stare per lo più seduto. Chi ha rilasciato quest’ultima dichiarazione si è anche descritto, nel 47,5% dei casi, come fisicamente inattivo. Fisicamente inattivi si sono definiti anche il 52% delle persone che hanno dichiarato di alternare la stazione seduta e non seduta e il 57% degli appartenenti ai lavoratori abituati a non stare seduti quasi mai. Nello studio è stata condotta un’analisi multivariata che ha tenuto conto del sesso, dell’età, del livello di istruzione, del fumo, del consumo di alcol e dell’indice di massa corporea. Secondo tale analisi le persone che hanno trascorso seduti la maggior parte del tempo al lavoro, rispetto a coloro che hanno passato la gran parte del tempo non seduti, hanno riportato una mortalità per tutte le cause e cardiovascolare rispettivamente del 16% e del 34% più elevate.
Allo stesso tempo, tuttavia, le persone che sono riuscite ad alternare periodi da seduti e non seduti non hanno evidenziato un rischio aumentato di mortalità per tutte le cause. Le persone con una vita lavorativa molto sedentaria, impegnati in un’attività fisica scarsa (15-29 minuti al giorno) o nulla (<15 minuti al giorno) durante il tempo libero, quando sono riusciti ad incrementarla passando a praticarla per un tempo compreso fra i 15 e i 30 minuti al dì, hanno visto ridurre il proprio rischio di mortalità, raggiungendo livelli paragonabili a quelli dei non attivi che passano la loro giornata lavorativa principalmente da non seduti. Alla luce di questi risultati e partendo dalle ampie evidenze disponibili nella letteratura scientifica internazionale che evidenziano come l’attività fisica sia essenziale nella prevenzione e nella cura della maggior parte delle malattie croniche, forse bisognerebbe prendere spunto dai medici di medicina generale francesi. Durante il WONCA Europe 2023, il congresso europeo della medicina generale che si è svolto a Bruxelles in Belgio, si è discusso, fra le altre cose, anche di questo aspetto. L’iniziativa francese, infatti, ha avuto scarso successo negli anni, nonostante la validità dell’intervento, a causa della mancanza di tempo e formazione da parte dei medici di medicina generale (MMG), che non hanno saputo negli anni cosa prescrivere con precisione e con quali modalità. Per questo ricercatori dell’Università Jean Monnet a Saint-Etienne, in Francia hanno di recente sviluppato un tool informatico in grado di facilitare la prescrizione dell’attività fisica in un setting di medicina generale. Il tool è disponibile sul sito sportsanteclic.com (in francese), e fornisce al medico indicazioni su come prescrivere attività fisica in caso di ipertensione, diabete, depressione, arteriopatia periferica, insufficienza cardiaca e obesità. I suggerimenti tengono conto delle controindicazioni legate alle patologie stesse e alle caratteristiche, anche comportamentali, dei pazienti. La prescrizione dell’attività fisica può far parte del cosiddetto social prescribing, o prescrizione sociale ovvero l’opportunità per i MMG di prescrivere non solo farmaci, ma anche attività comunitarie che potrebbero migliorare la salute e il benessere dei pazienti, sport compreso. Il social prescribing è piuttosto diffuso nei Paesi del Nord Europa e l’Irlanda. I MMG sono stati affiancati da infermiere e operatori sociali che contribuiscono a gestire il paziente che ha ricevuto social prescribing, in questo modo si riesce a meglio verificare la bontà delle diverse prescrizioni e a monitorarne l’efficacia.