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Delle tante iniziative che fra settembre e ottobre di ogni anno vengono proposte in occasione delle giornate di prevenzione cardiovascolare ci piace ricordare il decalogo che l’Istituto Cardiologico Monzino di Milano ha preparato per la Milano Heart Week al via il 29 settembre scorso.

Al punto 1 di questo decalogo si parla di smettere di fumare. Secondo gli esperti, smettere di fumare è la più importante contromisura di prevenzione. Questo perché l’uso di prodotti per la somministrazione di nicotina è, se non la principale, una delle principali cause di morte preventivabile a livello mondiale. Si tratta di una condizione che interessa circa un terzo di tutti i decessi per malattie cardiache. Il fumo passivo è altrettanto dannoso e pertanto da evitare, specie per i bambini.

Punto 2, fare attività fisica. Chi, come alcuni ricercatori dell’Università di Pisa ha messo a confronto un gruppo di anziani  che facevano attività fisica con un gruppo di coetanei altrettanto sani da un punto di vista cardiovascolare ma per i quali l’attività fisica era qualcosa di sconosciuto, ha ottenuto la riprova che muoversi con intento sportivo aumentava la capacità antiossidante e i livelli plasmatici di riferimento di molecole connesse al metabolismo cellulare. In altri termini, il processo di disfunzione dell’endotelio che si accompagna all’invecchiamento e che favorisce la comparsa delle malattie cardiovascolari è risultato nettamente rallentato nel primo gruppo rispetto a quanto evidenziato nel secondo, per effetto dell’attività fisica regolare.

Punto 3, mangiar sano e per lo più vegetariano, prendendo la dieta mediterranea come modello di riferimento. Secondo uno studio di popolazione, se si riuscisse a ridurre del 30% il consumo di carne rossa e lavorata, il numero dei casi di diabete si ridurrebbe drasticamente e così i casi di malattie cardiovascolari e di cancro colon rettale.

Sempre restando a quello che si mangia ma con particolare focus sul sale, al punto 4 del decalogo viene ricordato che meno sale c’è nelle pietanze più il rischio di malattie cardiovascolari si riduce. L’assunto non è nuovo ma sempre d’attualità. In particolare, laddove viene adottata la dieta DASH, finalizzata al consumo di cibi a basso contenuto di sodio per combattere l’ipertensione (l’acronimo tradotto significa: approcci dietetici contro l’ipertensione) la salute di cuore e arterie ne guadagna.

Un discorso sovrapponibile vale per lo zucchero, di cui al punto 5 del decalogo del Monzino. I cibi zuccherati aumentano il rischio di malattie cardiovascolari e di morte precoce per chi ne assume in quantità eccessive. In particolare, gli esperti ricordano che il consumo regolare di bibite zuccherate (sette porzioni o più a settimana) è associato a un aumento del rischio di morte per malattie cardiovascolari.

Punto 6, lo stress. Lo stress emotivo peggiora il quadro clinico dei pazienti cardiovascolari. È quanto emerge tra gli altri da uno studio apparso nel 2022 sulla rivista JAMA e ripreso anche dal New York Times. Si tratta di un’indagine che ha posto sotto osservazione 918 pazienti cardiovascolari con un quadro clinico stabile, allo scopo di vedere come reagivano allo stress fisico ed emotivo. Si voleva capire il grado di sviluppo di ischemia miocardica, che è quando il flusso sanguigno si riduce nei muscoli cardiaci, un fattore che può scatenare eventi cardiovascolari maggiori. Ebbene, i pazienti affetti da stress emotivo rispetto a quelli portatori soltanto di stress fisico hanno manifestato ischemia maggiore.

Il che suggerisce che il buonumore (punto 7) è meglio. E se proprio il buonumore non è (più) un frutto spontaneo, lo si può coltivare facendo attività fisica. Secondo uno studio recente, dopo 16 settimane di trattamento, il 43,3% dei pazienti che si sono messi a correre regolarmente sono guariti chi dall’ansia chi dalla depressione. Inoltre, grazie alla corsa il gruppo di intervento  ha migliorato sensibilmente alcuni parametri cardiovascolari e metabolici.

Al punto 8 si predica il dormire bene. La maggior parte degli adulti avrebbe bisogno di 7-8 ore di sonno a notte. I bambini di più. Questo perché un sonno adeguato mantiene in salute, migliora la funzione cerebrale e riduce il rischio di malattie croniche.

Al punto 9 si suggeriscono i controlli di prevenzione. Per cominciare, la misurazione dell’indice di massa corporea (BMI), quella della circonferenza vita, la pressione arteriosa, la colesterolemia totale e un elettrocardiogramma.

Al punto 10 l’accento è posto sui check-up per le donne al momento della menopausa. Il concetto che siano gli uomini a soffrire di disturbi cardiovascolari è radicato nella popolazione ma è sbagliato. Sensibilizzare la popolazione femminile sui rischi cardiovascolari che le donne corrono soprattutto nel periodo post menopausale è un approccio consigliato da tutte le società di cardiologia al mondo. La nostra, Società Italiana di Cardiologia, ricorda come una donna su due corre un rischio alto di sviluppare un disturbo cardiovascolare dopo la menopausa.

Quanto basta per ricordare che prevenire è meglio che curare anche per le donne.

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