di Italo Richichi
Le abitudini sono determinanti per la salute e il benessere di una persona.Scelte alimentari sbagliate e sedentarietà rappresentano fattori di rischio per l’insorgenza di sovrappeso e obesità fra gli adulti e fra i ragazzi. La scuola condivide con la famiglia il ruolo educativo e dunque, se in seno al nucleo familiare si strutturano i primi modelli di comportamento corretto, spetta alla scuola svilupparli e proteggerli da stimoli devianti
I risultati di una recente indagine condotta in 4 stati membri dell’Unione Europea (Germania, Francia, Italia e Repubblica Ceca) e Gran Bretagna su cosa pensano gli europei della loro alimentazione e della loro salute hanno evidenziato che i programmi di educazione scolastica sono considerati di gran lunga il mezzo più efficace per promuovere stili di vita salutari e abitudini alimentari equilibrate.
In modo motivato, sono stati proposti consigli utili da praticare fin dalla giovane età: controllo costante del peso corporeo; consumare cereali, legumi, ortaggi e frutta sempre in abbondanza; grassi: scegliere la qualità e limitare la quantità; zuccheri e bevande zuccherate: nei giusti limiti; bere ogni giorno acqua in abbondanza (circa 1,5 l); aggiungere poco sale nella preparazione dei piatti; bevande alcoliche: solo in quantità ridotta; variare spesso le pietanze a tavola.
Ispirandosi a tale documento e alla luce di alcuni recenti studi internazionali, si riportano, per genitori e docenti, suggerimenti, indicazioni e riflessioni volti a promuovere l’educazione a una sana alimentazione.
La medicina dello stile di vita è una disciplina relativamente nuova, che colma il divario tra la promozione della salute e la medicina convenzionale. Il medico dello stile di vita è un professionista che opera con altri professionisti della salute per prevenire, gestire e trattare il 75% dei problemi di salute, quelli che hanno come causa lo stile di vita moderno. La medicina dello stile di vita implica l’uso terapeutico degli interventi sullo stile di vita nella gestione della malattia. Questa pratica si estende dalla prevenzione primaria (per prevenire una malattia in via di sviluppo mediante la modifica del comportamento che la provoca) alla prevenzione secondaria (modificando i fattori di rischio per frenare la progressione) alla prevenzione terziaria (riabilitazione di una malattia e prevenzione delle recidive).
Anni di ricerca sulla causa delle malattie hanno condotto sempre più spesso al concetto di multifattorialità e di plurideterminazione. Lo stile di vita rappresenta il profilo di pensiero e di azione (composto, a seconda delle interpretazioni, da tratti di personalità, valori, atteggiamenti, interessi, opinioni, comportamenti, pratiche sociali, variamente combinati tra loro) caratterizzanti un singolo individuo o una categoria di individui.
Le radici dellʼapproccio che intende gli stili di vita anzitutto come stili di pensiero affondano nel terreno dellʼanalisi psicologica. Lo stile di vita può essere definito come il modo di interpretare se stessi all’interno della realtà nella quale si è naturalmente inseriti, ossia la vita, considerata come insieme di fattori biotici e fattori abiotici. Si tratta di un concetto individuale, ossia variabile da persona a persona e conseguenza di numerosi fattori sociali come il complesso di inferiorità/superiorità, il senso di compensazione legato allʼinadeguatezza sociale o alla forte competenza, la stima di se stessi e la convinzione dei propri mezzi tali da compromettere la salute e ridurre nel contempo il grado di efficienza. I temi sociali rivestono un’importanza, prioritaria nel concetto di stile di vita poiché i principali problemi dell’essere umano si riflettono in problemi di relazione con gli altri, senza i quali l’uomo non può essere considerato nel suo insieme.
Dal punto di vista pratico, esistono diverse correnti di pensiero volte a definire un corretto stile di vita. Si sentono spesso persone che si proclamano convinte di seguire lo stile di vita migliore. Questi soggetti non sempre sono concordanti fra loro, perché ciascuno è mosso da esigenze e abitudini proprie. Basandosi tuttavia su alcuni dati scientifici le organizzazioni per la tutela della salute ritengono attualmente possibile giungere a una definizione piuttosto precisa di “corretto stile di vita”, basato soprattutto sulla durata della vita media. Secondo il rapporto del 2002 dellʼOrganizzazione Mondiale della Sanità, esistono alcuni fattori di rischio in grado di influenzare concretamente e in modo negativo la durata della vita di un uomo. Di seguito sono riportati i dati relativi all’accorciamento di anni dovuta ai vari fattori di rischio nei Paesi industrializzati: tabagismo 12,2; ipertensione arteriosa 10,9; alcol 9,2; dislipidemia 7,6; sovrappeso 7,4; ridotto consumo di frutta e verdura 3,3; sedentarietà 3,3.
Bisogna precisare che questa ricerca tiene conto di un fattore per volta, senza correlarlo agli altri; pertanto il loro effetto simultaneo va considerato come una somma dei valori, che aggrava la situazione oltre misura.
Tra i fattori di rischio l’alimentazione rappresenta una premessa indiscutibile e ogni programma culturale non può che iniziare da essa. La storia insegna che da millenni tutti; popoli si sono soffermati sempre sugli alimenti d’importanza prioritaria per la salute e quindi per la malattia: il grande medico Ippocrate, padre della medicina, scriveva sempre che sono i cibi a curare le malattie.
Il realtà la medicina, i medici e le categorie collegate hanno un impegno marginale fino a quando non compare la fase della malattia che prevale; allora è troppo tardi per tentare la reversibilità. Una corrente di pensiero della medicina sta sviluppando i nuovi concetti di prevenzione primaria che parte dall’adolescenza, arriva dalla famiglia alla scuola e viaggia con forza verso il nuovo stile di vita. Dopo gli studi di Ancel Keys che hanno portato alla definizione della Dieta Mediterranea (Seven Countries Study), il riconoscimento della medesima “Patrimonio immateriale dell’Umanità” da parte dell’Unesco, ma soprattutto dopo Expo 2015 (“Alimentazione quale energia per la vita”), i tempi sono maturi per creare una legge dello Stato che sancisca la regolamentazione della salute futura dei cittadini italiani. Sicuramente si tratta di un lavoro che comprende la conoscenza del passato, la grande esperienza del presente con l’enorme bagaglio scientifico; e guardi avanti verso un futuro possibile ma doveroso di longevità e qualità della vita.