In un articolo apparso ormai qualche anno fa sul nostro giornale, quando ancora a fianco dell’online pubblicavamo l’edizione cartacea, il prof. Fulvio Massini insieme a un membro del suo staff, Filippo Galantini, ci avevano introdotto al nordic walking proponendo una definizione chiara ed efficace che ancora oggi ci sembra la migliore da cui partire per ricordare i benefici per la salute che questa pratica sportiva comporta, specie a livello cardiovascolare. A loro giudizio di maratoneti esperti il nordic walking è una disciplina nata nell’ambito dello sci di fondo. È un adattamento della preparazione che gli sciatori fanno in fase di scarico, cioè una pratica defatigante da farsi alla fine di una sessione sportiva. Nel caso del nordic walking si cammina scaricando parte del peso su dei bastoncini di alluminio o carbonio, con una postura e una tecnica studiata per marciare più velocemente. «Se non usati correttamente – avvertivano in una nota congiunta i due esperti – i bastoncini sono controproducenti: perché siano efficaci è necessaria una buona coordinazione dei movimenti». In altre parole, non vanno usati come ramponi da montagna per alleggerire il peso corporeo durante una scalata, ma come propulsori di spinta delle braccia che lavorano in maniera coordinata con la spinta delle gambe. All’avanzare della gamba destra è il bastoncino di sinistra che spinge, all’avanzare della gamba sinistra, il bastoncino di destra. Con l’avvertenza che il bastoncino non sopravanza il busto, bensì lo affianca ma stando leggermente indietro. Usati in questo modo, si sente subito che la spinta impressa dalle braccia sollecita il movimento dei muscoli tricipiti, gli stessi che il palestra si allenano con il “French curl”, ovvero spostando i manubri verso l’alto grazie a un movimento di estensione delle braccia posizionate “a elle” in fase di partenza.
«Sviluppata questa tecnica, sarà possibile avventurarsi dovunque le gambe vi portino», concludevano i nostri esperti. In effetti, alternando correttamente il movimento delle braccia a quello delle gambe, si acquista subito maggior velocità e la sensazione di fatica è inferiore rispetto a quella che si sperimenta camminando senza bastoncini o utilizzando i due attrezzi in maniera differente.
«Sebbene spesso si senta dire che il nordic walking sia uno sport completo, è bene far presente che esso sviluppa solo fibre resistenti di braccia e gambe; la forza si acquisisce completando la preparazione con esercizi di corpo libero, palestra, nuoto ecc.», commentavano i nostri esperti, concludendo che il nordic walking, «rimane tuttavia sempre un buon modo per iniziare ad allenare braccia e gambe, specie se sono ferme da tempo».
Segnatamente aggiungerei, come ricorda uno studio apparso nel 2023 e focalizzato sui benefici cardiovascolari del walking, che il nordic walking, quale tecnica affinata del camminare, sia che lo si pratichi in maniera leggera (light) o sostenuta (birsk), ha un profondo impatto sulla funzione endoteliale, che svolge un ruolo fondamentale nella salute cardiovascolare. Ciò avviene perché le cellule endoteliali microvascolari sono coinvolte nella modulazione dello scambio di molecole, nella regolazione della funzione delle cellule immunitarie, compreso lo stravaso di leucociti, e nel mantenimento delle nicchie delle cellule staminali. L’invecchiamento, associato a una disfunzione endoteliale generalizzata, che incide negativamente sul corretto funzionamento sia dei grandi vasi sia del microcircolo, trova un ostacolo dei più resistenti proprio nel camminare. Meglio ancora se si tratta di un camminare affinato come il nordic walking. Sia come sia, non importa «quale tipo di camminatore siate – concludevano Massini e Galantini – l’importante è fare un piccolo passo per volta e un grande passo per la vostra salute».
In un articolo apparso sul sito della Cleveland Clinic si dà importanza anche al contesto in cui di regola si va a camminare. Sia che si tratti di un paesaggio montano, collinare o pianeggiante, addentrarsi in un bosco o in un prato, con i fiori che sbocciano, gli uccelli che fanno a gara negli assoli canori, oppure il gioco di luce e ombra ingaggiato dai rami frondosi delle piante con i raggi del sole, sono un vero toccasana per l’anima dell’uomo che vi s’immerge per tutta la durata del percorso. Insomma, camminare, nordic walking o altro, oltre a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari sarebbe un vero toccasana anche per l’anima.